È pieno inverno a Saint-Sauveur-en-Puisaye dove ha passato l'infanzia
Colette
un inverno gelido, e sta nevicando:
" Nessun inverno è più di un bianco puro sotto un cielo gremito di nuvole color ardesia, che annunciavano una tempesta di fiocchi più fitti e poi un disgelo illuminato da mille gocce d'acqua e da germogli lanceolati.
Quel cielo gravava sui tetti dei fienili, carichi di neve, sul noce spoglio, sulla banderuola e piegava le orecchie delle gatte.
La neve non cadeva più lenta e verticale, ma obliqua, un fioco brontolio di mare lontano si alzava sulla mia testa incappucciata mentre andavo su e giù per il giardino, ingoiando al volo i fiocchi di neve.
Mia madre messa in allarme dalle sue antenne, usciva sul terrazzo, fiutava il tempo, mi chiamava con un grido:
'La burrasca di ponente! Corri! Corri!
Chiudi gli abbaini della soffitta!
La porta della rimessa delle carrozze!
E la finestra della camera in fondo!'
Io correvo via sbattacchiando gli zoccoli, entusiasmandomi se in mezzo a quel turbinio, sibilante, bianco e blu notte, un lampo accecante e un breve rombo di tuono, figli del ponente, colmavano insieme uno degli abissi celesti.
Mi sforzavo di rabbrividire, di credere che fosse giunta la fine del mondo.
Ma nel colmo di quello sconquasso mia madre si incantava a contare i cristalli ramificati di una manciata di neve appena sottratta alle dita stesse del vento di ponente che si avventava sul nostro giardino..."
Da 'Sido’
In fotografia l’esterno della casa d’infanzia di Colette da ‘La maison de Colette’